Perché la valutazione biomeccanica
Pensate allo sforzo richiesto da un’uscita in bicicletta: un’ora di pedalate equivale circa a 5400 cicli, un ginocchio sopporta circa 50 kg di pressione oltre al peso delle gambe, un braccio circa 20 kg, una mano subisce una pressione di 120 K/pascal. Tutto ciò indica che non bisogna assolutamente trascurare nulla: agendo sui tre punti di contatto tra noi e la bicicletta (sella, manubrio, pedali) e in base alle quote antropometriche di ciascun atleta, si può ridurre lo stress ed ottimizzare il grosso carico di lavoro a cui il corpo è sottoposto.
È un concetto che ci teniamo a ribadire in quanto troppo spesso ci capita di incontrare atleti che lamentano dolori e patologie dovute principalmente ad errori di posizione. Alcuni esempi:
- una tendinopatia o le alterazioni della postura possono avere ripercussioni sul lavoro muscolare e sulla colonna vertebrale;
- un iper-stiramento dei lombari, del soleo e del tendine calcaneare, una compressione femoro-rotulea data dalla sella troppo bassa (e provocata dalla azione di forza del quadricipite) sono alterazioni ergonomiche che possono causare una sosta forzata dell’attività, purtroppo in qualunque momento della stagione e senza campanelli di allarme;
- un eccessivo schiacciamento delle mani sul manubrio è causa di sindromi scapolo-omerali e patologie della mano (nervo mediano e ulnare);
- una pressione plantare non perfettamente omogenea è causa di metatarsalgie dolorose che costringono a stop forzati anche per lungo tempo.
Nell’ultimo ventennio la tecnologia permette di individuare gli atteggiamenti sbagliati che l’atleta esegue mentre pedala, che sarebbero impossibili da scoprire con una semplice misurazione morfologica statica. Gli strumenti indicati per tali valutazioni sono:
- i software di analisi cinematica dell’azione ciclistica, che computano una valutazione angolare dei segmenti articolari;
- una sella ed un manubrio strumentati che individuano i carichi di appoggio delle braccia e il centro di massa dell’atleta.
Siamo decisamente fermi sul pensiero che sia pressoché impossibile idealizzare una posizione corretta in bicicletta senza effettuare una attenta osservazione del gesto motorio a 360°. Poiché il grado di mobilità articolare influenza la posizione sulla bici, il metodo ideale di valutazione risulta essere il sistema dinamico, che considera il ciclista in relazione al suo mezzo e lo analizza durante il gesto atletico, nella posizione in cui solitamente pedala. Se vi abbiniamo dispositivi quali sella e manubrio strumentati, possiamo realizzare un protocollo di ricerca sulle variazioni del baricentro in movimento e sui carichi di appoggio dell’atleta, quantificando anche gli angoli definiti dai segmenti articolari durante la pedalata. Questo metodo è oggi l’unico approvato dai ricercatori, in materia di biomeccanica applicata al ciclismo, per riconoscere il baricentro dell’atleta.
1 – Test posturale
Valutazione posturale che individua condizionamenti (patologici o fisiologici) che possono limitare la posizione in bicicletta. Nella necessità di accertamenti più approfonditi, la valutazione può essere effettuata in presenza di un osteopata o di un tecnico della riabilitazione.
- La scarsa mobilità del tronco comporta la scelta di selle adeguate, in quanto aumenta la pressione sulla sella della parte anteriore del pavimento pelvico, così come aumenta pure il carico sul trapezio;
- un errato arretramento della sella comporta spesso la compressione del muscolo quadricipite sulle rotule, mentre iper estensioni muscolari e tendinee sono dovute ad un errata altezza della sella;
- numerose sono infine le patologie legate a dismetrie.
2 – Valutazione delle simmetrie e del baricentro
Utilizzando sella e manubrio strumentati è possibile valutare i carichi di appoggio dell’atleta sulla sella e sul manubrio, equilibrando correttamente il baricentro sulla bicicletta. È anche possibile verificare gli appoggi latero-laterali e antero-posteriori dell’atleta e l’individuazione delle eventuali dismetrie.
3 – Test di valutazione biomeccanica
Utilizzando un apposito software di videoanalisi si verifica la nuova posizione. Il sistema è composto da telecamere ad alta frequenza di acquisizione, che rilevano un filmato HD dal quale si ricavano i fotogrammi necessari per lo sviluppo del progetto.
Il test si effettua posizionando dei marker sugli snodi articolari dell’atleta e tramite apposito software si analizzano gli angoli di lavoro prodotti dai segmenti articolari.
Si fa pedalare l’atleta per circa 5 minuti e dal filmato vengono estrapolati 3 fotogrammi precisi: punti morti inferiore e superiore (a pedivelle verticali) e pedivelle orizzontali. Gli angoli rilevati, confrontati con angoli ideali, ci consentono di effettuare le variazioni alla posizione in bici. È possibile utilizzare un ergometro computerizzato portatile, spazio permettendo.
4 – Test su cicloergometro computerizzato
Il test viene effettuato su un apposito cicloergometro che calcola la posizione utilizzando degli strumenti elettronici di valutazione angolare. Si tratta di appositi sensori capaci di rilevare gli angoli di lavoro prodotti dai segmenti articolari in movimento. Mentre il ciclista pedala il cicloergometro si muove autonomamente, partendo dalla posizione iniziale dell’atleta per giungere al risultato migliore, posizionandosi su un nuovo assetto ottimale.